Cari ragazzi,
torno a scrivervi dopo un lungo silenzio epistolare compensato da una maggiore presenza in campo.
Non sono un motivatore come Bielsa o uno scrittore/poeta come Edo: mi esprimo, quindi, come so fare avendo però chiari alcuni obiettivi:
1. L’idea di “fare squadra” continua ad essere la nostra stella polare. Il mister non rinuncia mai a ricordarcelo, anche quando quel ritornello può apparire ripetitivo e sovrabbondante. Ma è proprio il nostro mantra…
2. L’idea di “non mollare mai, fino alla fine, qualunque cosa succeda” è l’altro tormentone che dovrebbe accompagnare ogni nostra discesa in campo: e non solo…
3. L’idea di “essere gli autori del nostro destino” (calcistico, per lo meno) è un dato di fatto: quattro risultati positivi nelle quattro partite che mancano alla fine del campionato ci danno la garanzia della permanenza nella categoria: che, se ricordate, era quello che avevamo ipotizzato all’inizio della stagione.
Mi pare arrivato il momento di fermarsi un attimo a riflettere perché ognuno di noi possa dire a se stesso se è rimasto fedele, sempre ed in ogni occasione, alle idee che ho enunciato: se, cioè, ci siamo messi al servizio della squadra (per fare squadra), abbiamo lottato con tutto ciò che potevamo esprimere (per non mollare mai), abbiamo lavorato per costruire il sogno (calcistico) di quest’anno (per metterci del nostro).
Non mi importano gli outings, né le confessioni: il confronto con la propria coscienza di uomini (e di atleti) è più che sufficiente per tirare le somme.
Quindi, nello stringervi tutti nell’abbraccio affettuoso che forse non riesco ad esprimere direttamente, vi rinnovo il mio incoraggiamento a dare l’anima per raggiungere l’obiettivo comune, accantonando i malumori, tralasciando i mugugni, i risentimenti personali o le incomprensioni, ponendo in primo piano la nostra squadra: che è e resta la più bella di tutte! Non fosse altro perché è la nostra.
Vi voglio bene!
Giancarlo FALETTI