Andezeno – Brunetta Calcio 3-3

Formazione: 1 – Dario Ravetto; 2 – Sergio Callipo; 3 – Carlo Benussi (cap.); 4 – Marco Sceusa; 5 Michele D’Onghia; 6 – Niccolò Avataneo; 7 – Fabio D’angelo; 8 – Callisto Molinari; 9 – Francesco Stante; 10 – Gabriele Cacarrone; 11 – Vincenzo Cristiani.
A disposizione: 12 – Riccardo Versini; 13 – Francesco Sansonna; 14 – Roberto Cossu (35′ st per Sceusa); 15 – Mattia Lucciarini; 16 – Andrea Messidoro; 17 – Fabio Trombatore (30′ st per Stante); 18 – Andrea Rosso (25′ st Avataneo).
Commento: per la classifica avulsa inglese che segue le norme CEE di Kioto 2020, il pareggio in trasferta conta di più. Per gli undici di Ravetti che in una domenica soleggiata se la sono vista contro i blu dell’Andezeno, ancora imbattuti dall’inizio della stagione, il pareggio in trasferta vale un punto che, arrivati a questo punto, pesa quanto la prima pietra che è stata posata per costruire Roma.
A inizio partita i padroni di casa giocano come se fossero in casa, ma senza esagerare, mentre gli ospiti biancorossi, più guardinghi e sospettosi che il campo in erba vera nasconda delle falle, faticano a entrare in partita. In ordine sparso si segnalano: un salvataggio di Sceusa sulla linea, qualche incursione potenzialmente pericolosa e una rete. D’improvviso, però, la partita muta: la Brunetta alza la voce e il baricentro, Cacarrone e Avataneo salgono in cattedra a dettare i tempi, gli esterni puntano i terzini e la punta esterna un goal: capitan Benussi raccoglie una respinta della difesa offrendo a Cacarrone che chiude il triangolo con il terzino lanciato sul fondo; cross al centro, respinta corta della difesa e tiro di Stante che si insacca alle spalle del portiere. Parità sudata e guadagnata, ma di breve durata. Prima dell’intervallo D’onghia, in vantaggio sul diretto avversario, subisce un contatto che l’arbitro giudica regolare e non riesce a spazzare, la palla finisce sui piedi dell’attaccante in blu che riporta avanti i suoi allo scadere.
Sotto di nuovo nel punteggio, la Brunetta nella ripresa ci mette anima e corpo per raddrizzare la partita e, grazie ai subentrati e alla loro maggiore freschezza atletica, il predominio territoriale e il gioco portano finalmente frutti: dopo aver mosso la palla con passaggi corti e precisi nella trequarti avversaria, la sfera giunge a Molinari che imbecca con un passaggio filtrante D’angelo. A tu per tu con il portiere l’ala s’incanta, aspetta, tira e conquista un angolo. Ma il profumo del goal si sente, è nell’aere(a) in cui Trombatore entra palla al piede subendo fallo: rigore. Molinari sul dischetto, destro angolato, rasoterra e portiere fermo. Simile a un timbro dell’ufficio pubblico più burocratico e parastatale dell’intero mondo mondiale, a certificare una sorta di massimo sforzo prodotto per raggiungere nuovamente il pari, arriva, puntuale come una bolletta, un altro vantaggio dei padroni di casa: da calcio piazzato la palla giunge in area e il capitano difensore centrale loro, salito a battagliare nell’altrui fortino, insacca di testa in completa solitudine, quasi sperso. Mentre loro esultano, improperi riecheggiano tra le colline.
I biancorossi però hanno cuore pure oggi e oggi non è lo stesso oggi della sconfitta immeritata della scorsa settimana e nemmeno è l’oggi di due settimane fa, che non si dice neanche quello che è successo perché ancora scotta. E quindi? Quindi Trombatore fa goal, ripareggia, esulta, con tutti, in campo. Però, neanche il tempo di risistemarsi il ciuffo concitato dalla corsa, che quasi formicola il braccio sinistro, monito sinistro di un colpo al cuore: corner per loro, stacco di testa dal dischetto, palla a lato di una pannocchia. La circolazione sanguigna si riprende, pure troppo che sembra intravedersi la beffa per loro, ma ormai il più è fatto, il dado è tratto e la partita è finita.
Arrivati a questo punto, il punto sudato è guadagnato. Arrivati a questo punto, finalmente la classifica non è più un encefalogramma piatto (lungi dal pensare che il collettivo lo fosse mai stato). Arrivati a questo punto, inizia il campionato. Arrivati a questo punto, ne restano altri.