Formazione: 1 – Marco Saglietti; 2 – Sergio Callipo; 3 – Carlo Benussi (cap.); 4 – Edoardo Faletti; 5 – Marco Sceusa; 6 – Niccolò Avataneo; 7 – Andrea Messidoro; 8 – Gabriele Cacarrone; 9 – Andrea Rosso; 10 – Pedro Paulo Mastrogiacomo; 11 – Fabio D’Angelo.
A disposizione: 12 – Axel Seconetti; 13 – Mattia Lucciarini; 14 – Agliata Roberto; 15 – Massimo Testone (40′ st per Rosso); 16 – Callisto Molinari (40′ pt per Messidoro) ; 17 – Fabio Trombatore; 18 – Ernesto Alvarez Ferrer (35′ st per Mastrogiacomo).
A disposizione: 12 – Axel Seconetti; 13 – Mattia Lucciarini; 14 – Agliata Roberto; 15 – Massimo Testone (40′ st per Rosso); 16 – Callisto Molinari (40′ pt per Messidoro) ; 17 – Fabio Trombatore; 18 – Ernesto Alvarez Ferrer (35′ st per Mastrogiacomo).
Rete: 35′ pt Rosso.
Commento: la prima vera giornata di primavera anticipata porta con sé la storica prima vera vittoria fuori casa in seconda categoria. Ieri è successo e dopo quasi due anni, possiamo dirlo, era ora.
Non è un segreto che la Brunetta riservi le sue riserve di gol come acqua nel deserto: la squadra lotta e produce, ma negli ultimi trenta metri la porta diventa un miraggio. Ieri, contro un avversario più avanti in classifica, la squadra ha lottato e prodotto, rischiando poco, decidendo al 35′ del primo tempo di abbassare di una tacca le riserve di gol per la stagione, convinta che quella goccia sarebbe stata da tre punti: una goccia dalla lunetta, per dirla tranquillamente e buffamente, o una goccetta dalla luna, per dirla cristoforettianamente.
La storia di questa stagione della Brunetta sembra quella di Spartaco della quinta B che giocava centrattacco tutti i giovedì: un cerbiatto dell’area di rigore, il cui tiro va sempre nel sacco e che poi al mattino si sveglia e si rende conto di aver vissuto un sogno. Forse anche noi ora ci siamo destati dal sogno di avere un centrattacco, forse per questo Ravetti propone un’idea di gioco primitiva a caccia della vittoria: c’è un arco e ci sono le frecce, senza catapulte o panzer o tanke o nueve. Non è nelle nostre corde, la musica che suoniamo è diversa.
Così, dopo una mezz’ora di solfeggio, il primo accordo biancorosso è quello vincente: palla a Mastrogiacomo tra le linee, taglio profondo dalla sinistra di Rosso, ferita della difesa, dito nella piaga in verticale, sale sulla ferita a incrociare con il destro e zampilli di lacrime e sangue per i padroni di casa: Rosso, se vede rosso, non perdona. Un’altra scena truculenta potrebbe rivedersi immediatamente dopo, ma l’infermiere portiere, al colpo di testa di Callipo in trasferta nel reparto di rigore avversario per un calcio d’angolo, risponde con un tuffo plastico che sutura il possibile doppio vantaggio ospite.
Nella ripresa l’inerzia della partita prende decisamente le parti del Kl, in divisa grigio-nera per l’occasione. Ma i bianchi in trasferta, ordinati e attenti, si difendono attaccando, conquistando palloni sulla trequarti avversaria e creando occasioni a ripetizione: D’Angelo dalla destra entra in area e picchia forte sul portiere in stato di grazia; Alvarez, subentrato, piazza un tiro a giro preciso al sette bello, ma è ancora l’estremo difensore che, sporcando il pallone con la punta delle dita, lo devìa sul palo. È così: a noi il gol della domenica viene soltanto durante l’anno bisestile, alla fine giugno e all’ottavo giorno della settimana.
Dare la mazzata finale alla partita, avrebbe significato vivere gli ultimi minuti senza patemi e urla e sgolamenti. Però magari l’eventuale tacca in meno d’acqua sarebbe stata una tacca da tre punti in meno per le prossime volte. Chissà, c’è da arrivare alla fine del campionato e l’acqua è meglio razionarla.
Si chiamava Spartaco e nella quinta B giocava centrattacco tutti i giovedì |