Brunetta – Excelsius 2 – 1

Formazione: 1 – Riccardo Versini; 2 – Sergio Callipo; 3 – Carlo Benussi (cap.); 4 – Mattia Lucciarini; 5 – Michele D’Onghia; 6 – Niccolò Avataneo; 7 – Andrea Messidoro; 8 – Fabio D’angelo; 9 – Francesco Stante; 10 – Callisto Molinari; 11 – Vincenzo Cristiani.
A disposizione: 12 – Dario Ravetto; 13 – Edoardo Faletti; 14 – Alessandro Capezzera; 15 – Massimiliano Cortassa; 16 – Gabriele Cacarrone (25′ st per Avataneo); 17 – Andrea Rosso (30′ st per D’Angelo); 18 – Fabio Trombatore (40′ st per Stante).
Commento: non belli oggi, per lunghi tratti involuti, disattenti e poco volenterosi. L’unica volta poi che s’è deciso di giocare palla a terra al massimo a due tocchi, s’è segnato un gol (il secondo) con una facilità disarmante, verticale che sembrava una discesa libera. La partita è stata ostrica, nel senso che la Brunetta a un tratto sembrava essersi chiusa, raggomitolata su se stessa, pareva che non la volesse vincere: sarà il braccino, sarà l’avversario, sarà lo scontro diretto e la tensione conseguente, però, dopo i primi quindici minuti di manifesta superiorità suggellati dal gol in girata dal limite di Molinari, la luce s’è spenta, anzi proprio fulminata. E al sedicesimo, cioè finito il quarto d’ora di grazia colata, l’Excelsius pareggia con un gol quasi voluto più da noi che da loro: spazzare la palla su Giove sembrava un delitto e allora to’, ripigliala e costruisciti un’altr’azione e poi tira pure, ti lascio lo spazio, perché tanto nello spazio la palla non la voglio mandare, che poi si sente sola. All’intermezzo il pari è stretto, non tanto per le occasioni reali costruite (noi una grossa con D’Angelo e un paio medie che potevano diventare grosse, loro avrebbero pure una traversa su cui recriminare), ma per la qualità del gioco nostro rispetto al loro e per come il campo veniva abitato e arredato meglio da noi che da loro.
Nella ripresa la tensione aumenta, la posta in gioco inizia a essere pesante e il postino della fortuna non sa tanto a chi recapitare il pacco da tre punti: ai biancorossi o ai gialloblu? Ci vorrebbe una svolta, un’offerta irresistibile che uccida le velleità d’asta avversarie. Il colpo di scena, come in tutte le aste che si rispettino, arriva per telefono quando l’offerente Molinari serve Rosso scattato alle spalle del terzino avversario sulla sinistra, appena in area l’esterno alza la paletta per rendere pubblica l’offerta e il giudice d’asta Messidoro, in corsa, si aggiudica il bottino da un metro a porta sguarnita. Molinari uno, Rosso due, Messidoro tre: i tre punti vanno alla Brunetta e non c’è più appello. Veramente gli avversari avrebbero ancora il tempo per reagire e impensierire la squadra di casa, le idee però scarseggiano, resta solo un po’ d’ansia per qualche calcio piazzato e conseguente mischia, ma poi il triplice certifica ciò che era già stato deciso.
Come detto qualche riga più su oggi non belli, però si potrebbe aggiungere anche un “ma neanche brutti” visto che la vittoria è pesante, la partita era uno scontro diretto e il balzo in avanti permette di raggiungere la doppia cifra di punteggio in classifica. In informatica l’uno e lo zero vicini sono la base per realizzare mirabilia, quelle che, a partire dalla prossima partita, possiamo compiere anche noi.