Brunetta Calcio – Francesco Marino 4-0

Formazione: 1 – Riccardo Versini 2 – Mattia Lucciarini; 3 – Carlo Benussi; 4 – Edoardo Faletti; 5 – Gabriele Cacarrone; 6 – Giuseppe Lavia; 7 – Pietro Brussich; 8 – Callisto Molinari; 9 – Pedro Paulo Mastrogiacomo; 10 – Marco Nicoletti (cap.); 11 – Vincenzo Cristiani.
A disposizione: 13 – Francesco Sansonna; 14 – Vito Matteo Lucarelli (40′ st per Cacarrone); 15 – Claudio Ferraresi; 16 – Fabio Trombatore (20′ st per Cristiani); 17 – Francesco Stante (30′ st per Nicoletti); 18 –  Andrea Rosso.
Commento: L’ultima domenica del campionato 2013/2014 si conclude nei migliore dei modi per la compagine biancorossa. La vittoria non lascia appello alle inseguitrici e scansa via ogni dubbio sulla permanenza in seconda categoria della squadra di Ravetti.
La sosta pasquale ha permesso alla squadra di ricaricare le batterie dopo le sconfitte contro la prima e la seconda squadra del campionato (brave loro). La Brunetta si è così presentata all’appuntamento più importante della stagione con il morale alto e con la testa sgombra da ogni pensiero funesto e in una giornata quasi autunnale e piovosa, gli uomini in campo hanno raccolto un successo tondo, chiudendo la partita già nei primi quarantacinque minuti con una doppietta di Mastrogiacomo e un gol di Lavia.
L’importanza della gara ha avuto un peso non indifferente, visibile nella fretta e nell’imprecisione delle giocate soprattutto nei primi minuti. Scrollata di dosso la tensione, però, i padroni di casa hanno iniziato a ingranare: da un lancio quasi innocuo, Nicoletti, in pressione solitaria, si crea un’occasione clamorosa con salvataggio sulla riga da parte di un difensore; Cristiani comincia con le sue sgroppate sulla destra e Mastrogiacomo ubriaca il terzino dal lato opposto. Proprio costui, all’ingresso in area da sinistra, abbatte Brussich lanciato in dribbling: punizione, quasi rigore. Sul punto di battuta si presenta l’italo-brasiliano più onesto del torneo che con un rasoterra insidioso costringe all’autogol un avversario ingannato dal campo scivoloso. Uno a zero.
La partita acquista di intensità e gli avversari, ricordandosi che la Pasqua è passata, dimostrano di non voler interpretare la parte dell’agnello sacrificale. Così si spingono in avanti conquistando, a pochi minuti dal vantaggio biancorosso, un rigore per un’incauta entrata di Lavia sull’attaccante lanciato in area. La massima punizione, l’ennesima di quest’anno, sembra essere un castigo troppo severo e ingiusto per l’impegno dei protagonisti in campo, per la stagione di sofferenza e di sacrificio che tutti i calciatori con il cuore biancorosso hanno affrontato. E infatti non entra: Versini con un colpo di coda (qualcuno afferma anche di averla vista davvero), tocca il pallone rasoterra grazie alle sue lunghe leve; la sfera s’impenna, picchia sulla traversa e torna verso l’interno del campo proprio sulla testa di Benussi che la sparacchia in angolo. Si esulta più che sul gol.
Da quel momento la partita prende decisamente una piega favorevole alla squadra di casa che si rilancia in avanti per chiudere ogni discorso. E dopo una serie di calci d’angolo, Mastrogiacomo batte quello buono: respinta al limite della difesa, Molinari raccoglie e calcia debolmente sui piedi di Lavia che, spalle alla porta, si gira in un fazzoletto, secca il diretto marcatore, trafigge il portiere e compensa largamente l’ingenuità del rigore. Due a zero.
Al terzo gol è il delirio: Cacarrone lancia Mastrogiacomo sulla fascia, ma il passaggio viene anticipato dal difensore che, più che un dispetto, confeziona un cioccolatino. La palla si ferma, pronta per essere calciata dal limite dell’area sul secondo palo e così è. Portiere beffato sotto la traversa e tre a zero.
Dopo l’intervallo la concentrazione è ancora altissima, la festa può aspettare ancora. Gli ospiti, contati e senza cambi, provano a impensierire la difesa che respinge senza badare allo spettacolo. Inizia la girandola delle sostituizioni con Cristiani che lascia il posto a Trombatore, Nicoletti a Stante e Cacarrone a Lucarelli.
A un quarto d’ora dalla fine, proprio Stante in pressione solitaria, soffia il pallone all’avversario, scatta verso la porta, tira, il portiere ribatte, lui ritira e finalmente segna. Non piove più. Quattro a zero.
Il tempo che resta è solo formalità, si aspetta la fine che puntuale arriva e scatena la gioia dei giocatori e dei tifosi assiepati in tribuna.
Una salvezza voluta, fortemente voluta con i denti e con il cuore, con le bende e i cerotti, i sopraccigli, i nasi e le caviglie.
Buona la prima e rimaniamo in seconda.