Cari amici,
l’inizio di questa stagione agonistica non è stato dei più soddisfacenti: siamo fuori dalla Coppa e navighiamo verso la bassa classifica in campionato!
Sapevamo fin dalla fine della scorsa stagione che la promozione ad una categoria superiore avrebbe comportato almeno un periodo di adattamento che non sarebbe stato gravido di soddisfazioni; poi, un po’ di defezioni e qualche infortunio con una convalescenza protratta ci hanno messo nelle condizioni (meglio, hanno messo Gabriele nella condizione) di non poter contare, ancora oggi, sulla intera rosa e, quindi, di dover adattare la caratteristiche di qualcuno ad un ruolo che non era quello preferito.
Questo fa parte del gioco e noi, giocando, ne stiamo patendo le conseguenze.
Non per questo, però, io ho rinunciato agli obiettivi che ci eravamo posti quando, insieme, quest’estate avevamo deciso che era doveroso cogliere l’opportunità che ci era concessa salendo in seconda categoria. E gli obiettivi erano quelli di fare un campionato dignitoso senza rischi di retrocessione, rinsaldando i vincoli di amicizia e di reciproco rispetto, in modo che il segno distintivo della nostra squadra fosse proprio quello…. di essere una squadra, qualunque cosa succeda e fino in fondo.
Vi devo confessare che, specie nelle ultime partite, mi è parso di cogliere in qualcuno tra voi un senso di smarrimento e, quasi, di stanchezza, tali per cui – alla luce dei risultati e, più ancora, della scarsa qualità del gioco messo in campo – non valesse più la pena di continuare a lavorare per il raggiungimento di quegli obiettivi.
Ora, è del tutto fisiologico che se i risultati non arrivano, il senso di frustrazione aumenti, le recriminazioni si evidenzino, la fiducia reciproca si allenti.
Ma, noi non siamo come tutti; noi siamo una squadra e, per questo motivo, quando le cose non vanno per il verso giusto, siamo capaci di stringerci e ricompattarci con molto maggior vigore di quello che sarebbe necessario: la nostra forza sta proprio nell’essere uniti e determinati, l’uno per gli altri, perché solo così sentiamo di aver dato alla squadra quello che si merita.
Questo modo di essere ci ha consentito, lo scorso anno in particolare, di raggiungere un traguardo importante: i “vecchi” lo ricorderanno senz’altro perché loro ne sono stati i protagonisti. Ai “nuovi”, specie ai più giovani, rinnovo l’invito a lavorare per essere e sentirsi, a tutti gli effetti, parte di un gruppo importante che – nella sua saldezza – trova il modo migliore di esprimersi.
Questo, in ogni occasione sportiva – perché questo è il nostro segno distintivo – ma, ricordatelo, soprattutto nella vita di tutti i giorni.
Con tutto il mio affetto (che, vi garantisco, non è poco).
Il Presidente