Cari amici

lo sguardo sulla più recente classifica del girone è sconfortante. Dopo aver a lungo temuto che il guaio si potesse verificare, ora anche il colore della posizione certifica a chiare lettere che – oggi – saremmo retrocessi.
Non è quello che avremmo sperato all’inizio del campionato e – mi auguro – non sarà la fine che faremo.

Ma perché ciò avvenga non basta rimettersi alla volontà degli dei del pallone, come vaticinava il compianto Gianni Brera.
Ho scritto e detto più volte che, al netto di tutto, noi siamo gli autori del nostro destino, anche sportivo; anzi, specie quello sportivo.

Ed allora, alla malattia non c’è che un rimedio: guarire!

Torno a stuzzicarvi su quello che penso sia il vostro lato più sensibile: l’orgoglio, il nostro amor proprio, il rispetto di noi stessi.

Abbiamo recentemente messo a segno una serie di performance che si sono caratterizzate soprattutto per impegno mediocre, per rassegnazione evidente, per la paura degli avversari come se avessimo di fronte ostacoli insormontabili costituiti da campioni irraggiungibili.
Non posso nemmeno lontanamente pensare che la Brunetta non sia all’altezza della situazione perché inferiore agli avversari per impegno, passione, voglia di lottare, timore reverenziale. Non posso pensare che voi, in cuor vostro, riteniate di essere inferiori per questi elementi ad una qualunque delle squadre che abbiamo incontrato.

Oggi ci aspetta una ghiotta opportunità: fare risultato contro una delle prime della classe.
Mi aspetto di vedere la squadra che sappiamo essere, squadernando gli attributi (tutti) di cui siamo certamente dotati, specie quelli che, fino ad ora, hanno fatto di noi la squadra a cui tutti vogliamo bene.
Io ci sarò per garantirvi che non intendo arrendermi. Voglio pensare che, in questo senso, ci siate tutti, anche voi.

Vi aspetto, con tutto il mio affetto.
Il Presidente.